battery swapping

Altro che colonnine elettriche, il futuro è il cambio batterie o battery swapping.

I cinesi puntano dritto al battery swapping, ovvero le stazioni di cambio batteria per sostituire in pochi secondi quelle scarica con quelle cariche. Dovremmo farlo anche noi.

Se c’è una nazione che deve essere presa a modello nella corsa all’elettrico è la Cina, visto che è davanti a tutti, e non certo Paesi nord europei dalla popolazione paragonabile a quella di una regione italiana. Si, come inizio è un po’ duro, ma la realtà va vista in maniera pragmatica e non sull’onda delle mode.

Abbiamo visto proprio oggi che la Cina sta costruendo una mega centrale elettrica solare eolica da 450 GW nel deserto dei Gobi. Certo, noi di deserti non ne abbiamo, ma la cosa fa quantomeno pensare. E se pannellassimo tutti i tetti di tutti i capannoni industriali o logistici in Italia? Pare che l’idea non piaccia a nessuno, ed anzi altri preferiscono piazzare i pannelli direttamente su terreni che prima erano coltivabili. Meno produzioni italiane, più importazioni dall’estero, in una spirale che ci lancia verso un futuro sempre più dipendente dagli altri.

Ma torniamo alla questione elettrica. C’è chi vuole mettere colonnine ovunque, rovinando i contesti urbani storici italiani, che vantano una storia sicuramente maggiore rispetto alla media di quanto è possibile vedere nella sempre citatissima Norvegia. Non so voi, ma a me l’idea di vedere colonnine verde pisello, rosa confetto o giallo fluo tra un palazzo del 1700 ed una chiesa barocca ancora più antica, mi fa davvero ribrezzo.

Come risolvere la questione? Come accennato, basta vedere cosa accade in Cina. Geely con il marchio Nio ha resuscitato il progetto del cambio batteria o battery swapping, che era stato proposto da Renault una decina di anni fa. E tra l’altro lo sta già lanciando in Europa insieme a Shell.

Anziché andare dal benzinaio per fare il pieno, si va per cambiare la batteria scarica con una carica. Il tempo dell’operazione è di un minuto, meno che fare un pieno di gasolio. Oltretutto, la stazione di ricarica può decidere tempi e assorbimento dell’energia da destinare alla ricarica in maniera automatica ed economicamente conveniente.

Ci sono arrivati anche in campo motociclistico i taiwanesi di Gogoro che producono scooter. Abbiamo parlato di loro recentemente perché forniscono le batterie per lo scooter elettrico di Yamaha, l’EMF. Proprio Gogoro da poco annunciato il primo prototipo al mondo di batteria al litio ceramico allo stato solido per il battery swapping delle due ruote.

Sviluppato congiuntamente da Gogoro e ProLogium Technology, leader mondiale nella tecnologia delle batterie a stato solido, il nuovo prototipo di batteria a stato solido si integra con i veicoli e la rete di swapping Gogoro già esistente. Le batterie a stato solido forniscono una maggiore densità di energia e offrono una maggiore autonomia per i veicoli elettrici. Gogoro stima che le sue batterie a stato solido aumenteranno la capacità delle attuali batterie al litio del 140% o più, da 1,7 kWh a 2,5 kWh.

Certo, direte voi, cambiare la batteria di uno scooter elettrico è semplice, e si può fare a casa. Vero, ma guardate qui sotto cosa si sono inventati. Niente colonnine, niente cavi sporchi lasciati per terra. Il battery swapping pubblico si fa in un secondo. La soluzione è semplice e geniale, toglie dalla strada almeno probabilmente ci sarebbe arrivato chiunque con un minimo di cervello e di spirito di iniziativa.

Caratteristiche che mancano evidentemente ai soloni della UE, ai quali piace pontificare e parlare di teorie che non possono funzionare dappertutto. Possibile che tra loro nessuno si sia reso conto che le colonnine sono un concetto superato ancora prima di essere applicato? Perché non è stato approfondito in maniera seria l’argomento dello swapping, lanciando invece progetti costosissimi, pagati da noi tutti, che prevedono l’installazione di milioni di colonnine in tutto il continente? A pensar male ci si azzecca sempre, vero?

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