Jeremy Clarkson ha avuto davvero tanti problemi durante lo show “Clarkson’s Farm”

Jeremy Clarkson contadino, alle prese con tutti i problemi del caso...

Abbiamo recentemente parlato del nuovo programma di Jeremy Clarkson tutto dedicato all’agricoltura. Il nome dello show doveva essere “I Bought the Farm”, ma recentemente è stato ufficializzato come “Clarkson’s Farm”. Si, anche perché effettivamente la fattoria è del noto conduttore britannico. Quest’ultimo, a quanto pare, ha dovuto affrontare diversi problemi durante il suo programma. E’ noto che non siano poche le cose che lo innervosiscono, come per esempio le auto elettriche, le piste ciclabili, il veganesimo, tutti argomenti su cui si è fatto notare per uscite provocatorie. Una pazienza messa ulteriormente alla prova proprio nel suo ultimo show.

“Clarkson’s Farm” è la prima avventura da solista del conduttore britannico su Prime Video, che si allinea così ai colleghi Richard Hammond e James May, quest’ultimo già presente in due programmi da solista. Quando i tre hanno lasciato la BBC, nel 2015, hanno firmato un contratto con il colosso americano che prevedesse The Grand Tour e uno show da solisti.

La nuova direzione di Clarkson

Con “Clarkson’s Farm”, l’ex conduttore di Top Gear oggi 61 enne mette in mostra un definitivo cambio di direzione, slegandosi da un’immagine che lo ha sempre visto legato all’automotive. In questi ultimi due anni, infatti, lo abbiamo visto nella sua fattoria di Chipping Norton, a lottare con animali poco propensi all’obbedienza, un meteo difficile, trattori rotti, raccolti da buttare e leggi severe sugli insetticidi, ben prima dell’arrivo della pandemia. Insomma, 8 episodi che vedono Clarkson scoprire la difficoltà e la fatica dell’essere agricoltori.

Jeremy Clarkson farmer

Lo stesso presentatore ha ammesso che all’inizio ha sottovalutato la sfida: possiede la fattoria dal 2008, ma non se ne è mai interessato, avendola data in gestione a un uomo del paese. Solo quando lui si è ritirato, Clarkson ha pensato di potercela fare. “Pensavo sinceramente che si mettessero i semi in terra, il tempo agisse e il cibo crescesse“, ma in realtà si è accorto quanto questo non basti, quanto sia difficile e quanto poco pagato.

Decisioni difficili

Un lavoro fatto di decisioni difficili, che, come si vedrà nello show, Clarkson ha dovuto prendere, come per esempio far abbattere le pecore. “A nessuno piace uccidere un animale. Non puoi dire ‘mi piace uccidere gli animali’, saresti uno squilibrato o un sociopatico. Non ti piace, ma devi farlo: è il lavoro. A tutti noi piace avere un arrosto – anche se in questi giorni apprezzo che alcune persone mangino semi ed erbacce – ma le persone normali mangiano carne, e a loro piace un arrosto domenicale” commenta Clarkson.

Le sfide non sono mancate. Oltre alle pecore da abbattere, ci sono stati anche problemi legati al tempo metereologico: ben 5 record metereologici in un anno, con il conduttore che si è sentito dire che non avrebbe potuto scegliere anno peggiore per iniziare a coltivare. basti pensare che non era possibile nemmeno piantare i semi, in quanto non ha smesso di piovere per nove fredde settimane, subito dopo le quali – forse alcuni lo ricorderanno – in Inghilterra si sono superati i 30 gradi. In più, c’è stata di mezzo anche la pandemia.

Jeremy Clarkson

Oltre alla pandemia, c’è stato anche il problema Brexit: ha dichiarato di aver provato a coltivare il grano duro, scoprendo che è rimasto bloccato nel porto di Calais (Francia) per tre settimane, proprio nel bel mezzo della stagione della semina. A proposito della Brexit, Clarkson pensa che la questione si sistemerà e che è stata positiva per il vaccino, ma che per il resto non si è rivelata d’aiuto in nessuna delle altre cose.

Solo in un episodio vedremo Clarkson effettivamente ostacolato dai regolamenti UE ancora in atto: uno dei suoi campi non riesce a produrre colza per via del foraggiamento del coleottero nero, e Clarkson sarà molto turbato dal divieto dei neonicotinoidi, un insetticida chimico letale per questi insetti. L’UE ha vietato questi prodotti per via dei danni ecologici molto dannosi, in particolar modo sulle api: lo stesso conduttore afferma, alla fine, che metterli fuori legge era necessario.

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