Si accende la polemica negli USA sulla privacy degli automobilisti. Alcuni senatori hanno infatti chiesto alla Federal Trade Commission di avviare un’indagine su come le case automobilistiche gestiscono i dati di milioni di automobilisti.
I senatori hanno espresso preoccupazione per la raccolta e la condivisione dei dati relativi ai movimenti ed alla posizione delle auto connesse a Internet, spesso all’insaputa dei conducenti.
Un’indagine del New York Times ha rivelato che aziende come General Motors, Honda e Hyundai raccolgono informazioni dettagliate sul comportamento alla guida, come frenate brusche, accelerazioni rapide e superamento dei limiti di velocità. Questi dati vengono poi venduti a società di analisi come Verisk, che li utilizza per calcolare il rischio dei singoli conducenti per le compagnie di assicurazione.
I senatori Wyden e Markey, noti per il loro impegno nella tutela della privacy, hanno focalizzato l’attenzione su queste case automobilistiche in particolare, citando i rapporti con Verisk. Uno degli aspetti più sorprendenti dell’inchiesta condotta dall’ufficio del senatore Wyden è stato scoprire quanto poco le case automobilistiche guadagnino dalla vendita dei dati di guida.
Verisk ha pagato a Honda $ 25.920 in quattro anni per le informazioni su 97.000 auto, ovvero 26 centesimi per auto. Hyundai ha ricevuto poco più di un milione di dollari in sei anni, equivalente a 61 centesimi per auto.
A questo punto è sempre più necessario che le case automobilistiche informino chiaramente i clienti su quali dati vengono raccolti e come vengono utilizzati. La trasparenza è fondamentale per garantire che i conducenti possano prendere decisioni informate riguardo alla condivisione dei loro dati. Allo stesso modo tutte le opzioni di opt-out devono essere facilmente accessibili e comprensibili, permettendo agli automobilisti di scegliere se e quali dati condividere.
Aspetto non secondario, individuare chiaramente chi si occupa e come avviene la raccolta e la trasmissione dei dati. L’adozione di tecnologie di crittografia deve essere sempre garantita, riducendo il rischio che informazioni sensibili possano essere intercettate o utilizzate in modo improprio.
Aspetti che diamo per scontato, o ai quali raramente facciamo caso quando clicchiamo “accetta” nelle varie schermate proposte sui sistemi di infotaiment.