Cartelloman ha distrutto cinque cartelli con il limite di velocità a 30 km/h: è un emulo di Fleximan e Dossoman?
Nella tranquilla cornice di Cappella Maggiore, piccolo comune incastonato nella provincia di Treviso, si è consumato un episodio che è salito alla cronaca nazionale. Dopo i casi di Fleximan e Dossoman, figure ormai note per le loro azioni contro autovelox e dossi, è emersa la figura di Cartelloman, un vandalo che ha preso di mira i cartelli con il limite di velocità, abbattendone cinque.
Questi segnali, che imponevano un limite di 30 chilometri orari, sono stati distrutti da un individuo che, secondo le prime ricostruzioni, avrebbe agito probabilmente a bordo di un trattore. La scoperta ha innescato le indagini da parte delle forze dell’ordine, che hanno avviato un’analisi delle telecamere a circuito chiuso nel tentativo di identificare il responsabile.
Il sindaco Mariarosa Barazza ha espresso il proprio disappunto per l’accaduto, utilizzando i canali social per denunciare l’atto e condividere le immagini dei danni. Le sue parole riflettono il senso di violazione e il danno inflitto all’intera comunità, descrivendo l’azione come “vile e gravissima”, un vero e proprio reato che oltrepassa il semplice atto di vandalismo per colpire al cuore i valori e la coesione sociale del piccolo paese.
Amministrazioni locali e cittadini: serve più dialogo
Tuttavia, ricordando che i fan di Fleximan, Dossoman e ora Cartelloman sono passibili di apologia di reato, ed al di là della condanna per questi gesti, emerge una riflessione più ampia sul rapporto tra amministrazione e cittadini, in particolare sul tema della sicurezza stradale. Le azioni di Fleximan, Dossoman e ora Cartelloman, seppur assolutamente da condannare, ci dicono quanto sia importante un dialogo aperto e inclusivo.
È fondamentale che le decisioni riguardanti la sicurezza stradale, come l’installazione di nuovi cartelli o la modifica dei limiti di velocità, siano accompagnate da una comunicazione efficace e preventiva. In piccole comunità come Cappella Maggiore, dove il senso di appartenenza e la vicinanza tra amministratori e cittadini sono più accentuati, coinvolgere preventivamente e spiegare meglio alla popolazione le decisioni che incidono sulla vita quotidiana può contribuire a prevenire malcontenti e reazioni negative.
Questo non solo aiuterebbe a debellare gli episodi di vandalismo, ma rafforzerebbe anche il senso di comunità e la partecipazione attiva dei cittadini alla vita pubblica. Un approccio che consideri la sicurezza stradale non solo come un obbligo normativo ma come un percorso condiviso può trasformare la percezione delle restrizioni da ostacoli a misure accettate e rispettate per il benessere collettivo.
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