Le targhe italiane sono un elemento distintivo delle auto: la loro storia, i cambiamenti di design e le curiosità che le rendono uniche.
Vere e proprie “carte d’identità” dell’auto, le targhe italiane servono a identificare tutti i veicoli immatricolati nel Bel Paese unendosi al numero di telaio.
Una lunga storia che ha la stessa età dell’auto, e che vede numerosi cambi di design e colori nel corso del tempo e in base all’uso, e come sempre per quanto riguarda l’Italia, insegnare anche agli altri “come si fa”.
Queste sono le più ambite
Anche per un oggetto puramente pragmatico come una targa, gli italiani hanno voluto metterci del design. E così, quando è entrato in vigore l’ultimo cambio di stile dovuto al regolamento dell’Unione Europea, le targhe italiane si sono distinte per essere perfettamente simmetriche, con due bande blu alle estremità laterali, e un totale di 8 caratteri con lo schema AA000AA, cioè due lettere, tre numeri e due lettere. Tra le prime due lettere e il blocco numerico, il simbolo della Repubblica.
Una scelta diversa da quella fatta inizialmente dagli altri paesi europei, che hanno una sola banda blu sulla sinistra, una disposizione più caotica dei caratteri al loro interno, e spesso anche colori diversi come il giallo, o addirittura il verde o il blu.
Di recente però, i nostri vicini si sono dichiaratamente ispirati a noi: la Francia ha cambiato il design nel corso degli anni duemila prendendo ad esempio proprio la targa italiana, e anche lei adottando le due bande azzurre ai lati. Anche l’Albania ha lo stesso stile.
Lo standard europeo
Si è detto che l’attuale design delle targhe italiane è basato sul regolamento dell‘Unione Europea 2411/98 del novembre 1998, che ha uniformato tutte le targhe non solo dell’Unione Europea ma anche dell’area economica e d’interesse, visto che lo stesso design è stato adottato anche in Norvegia, Islanda, Ucraina, Moldova, Albania, Turchia e altri paesi limitrofi.
Le targhe italiane sono fatte in un pezzo unico di metallo bianco riflettente e caratteri neri, con dimensioni di 360 x 110 mm all’anteriore e 520 x 110 mm al posteriore ad una sola riga. Le targhe quadrate, usate su scooter, moto e auto d’importazione prevalentemente americana sono a due righe e misurano 297 x 214 mm. Di base, sulla banda blu sinistra c’è la bandiera dell’UE e la siglia “I” per l’Italia, mentre a destra non c’è niente ma a scelta è possibile applicare l’anno di prima immatricolazione, inserito in un cerchio sulla banda destra speculare alla bandiera UE; e la provincia dove l’auto è stata immatricolata.
Davanti e dietro, dimensioni diverse
Quella italiana è l’unica ad avere dimensioni diverse per lato. Negli altri Paesi la dimensione è identica sia davanti che dietro, di solito leggermente più grande della targa posteriore italiana. Casi come la Repubblica di San Marino, il Principato di Monaco e in generale i microstati hanno targhe di dimensioni più piccole; e anche in Germania, in alternativa alle tradizionali targhe, alcuni la presentano di dimensioni ridotte e con meno caratteri.
Made in Foggia
Le targhe italiane civili sono stampate all‘Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, presso la sede di Foggia.
Qui vengono suddivise e poi inviate agli uffici territoriali della Motorizzazione di competenza, che si occupano di assegnarle ai veicoli siano essi di prima immatricolazione o di seconda.
La combinazione basta per 200 milioni di veicoli
Come detto, lo schema delle targhe italiane è AA000AA, con un progressivo aumento prima dei tre numeri centrali e poi delle ultime due lettere. Arrivando ad “AA999ZZ”, cambia anche il blocco delle prime due lettere (AB000AAA), e quando si arriva a una situazione come “AZ999ZZ” cambia finalmente anche la prima lettera. Al momento in cui viene scritto questo articolo la combinazione è GPXXXXX.
Lo schema, che pure esclude alcune lettere come I, U, O e Q per evitare confusione, permette di immatricolare più di 200 milioni di veicoli.
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