La buonuscita da 23,1 milioni di euro concessa a Carlos Tavares, ex CEO di Stellantis, ha scatenato un’ondata di critiche da parte di investitori e proxy adviser, alimentando un acceso dibattito sulla politica retributiva del gruppo automobilistico europeo. La cifra, approvata dal 67% degli azionisti durante l’assemblea generale annuale tenutasi ad Amsterdam il 15 aprile, include una retribuzione base di 2 milioni, un benefit post-pensionamento da 500.000 euro e oltre 20 milioni legati a un pacchetto di incentivi di lungo termine. A questi si aggiungono ulteriori 12 milioni in bonus e indennità di fine incarico previsti per il 2024.
Le polemiche sono esplose soprattutto alla luce delle difficoltà operative registrate nel 2024, con vendite in calo sia negli Stati Uniti che in Europa, ritardi nei nuovi modelli e scontri con politici, sindacati e concessionari. Le consegne in Nord America sono diminuite del 20% nel primo trimestre e il gruppo ha emesso un profit warning a fine 2024, rivedendo al ribasso il margine operativo rettificato (tra il 5,5% e il 7%, contro il precedente 10%) e prevedendo un free cash flow negativo tra i 5 e i 10 miliardi di euro.
Nonostante l’approvazione della retribuzione da parte della maggioranza degli azionisti, diversi attori istituzionali hanno espresso forti contrarietà. Allianz Global Investors e Proxinvest, tra i principali proxy adviser europei, avevano invitato gli azionisti a respingere il pacchetto retributivo, definendolo “eccessivamente generoso” e “non giustificabile” considerando le performance del gruppo e le circostanze della dimissione anticipata di Tavares, originariamente previsto in carica fino al 2026.
Secondo Proxinvest, “non è accettabile riconoscere una buonuscita a un dirigente che ha portato l’azienda a una situazione di fallimento”. Allianz ha invece sottolineato come l’impatto del calo di profitti sia stato assorbito solo nel bonus annuale (azzerato), mentre le altre componenti variabili hanno continuato a generare guadagni per oltre 20 milioni di euro.
Il compenso di Tavares è da tempo oggetto di controversie: già nel 2022, il 52% degli azionisti aveva votato contro un pacchetto da 19,2 milioni di euro riferito al 2021, e nel 2023 la sua retribuzione complessiva aveva raggiunto il picco di 36,5 milioni. A pesare sull’immagine pubblica dell’ex CEO anche le tensioni con il consiglio d’amministrazione sulla strategia di elettrificazione: Tavares spingeva per una transizione totale all’elettrico entro il 2030 in Europa, posizione non condivisa dal board.
A oggi, Stellantis è ancora alla ricerca di un successore, dopo le dimissioni improvvise di Tavares a dicembre. Il presidente John Elkann sta gestendo l’azienda ad interim e, secondo fonti Reuters, la rosa dei candidati sarebbe stata ristretta a cinque nomi, con l’obiettivo di nominare il nuovo CEO entro la prima metà del 2025.
Anche altri aspetti della governance societaria sono finiti sotto osservazione. Proxinvest ha chiesto agli azionisti di votare contro la rielezione di alcuni membri del consiglio, tra cui Fiona Clare Cicconi, dirigente di Google e rappresentante dei lavoratori dal 2021, ritenuta inadatta al ruolo in quanto esterna al gruppo.