La scritta Bavaria sul posteriore delle BMW, spesso collocata sul lato destro del bagagliaio, è un vero e proprio must per i clienti della Casa bavarese nella seconda metà degli anni ’70 e buona parte degli ’80. Sui forum prima, nei gruppi facebook dedicati alle auto storiche poi, sono state espresse congetture e teorie sull’ origine di questa particolare denominazione.
C’è chi ritiene fosse una declinazione sportiva di un preparatore, al pari di Alpina, chi una versione di alcuni modelli, senza però trovare specificità di allestimento, almeno per quanto riguarda il mercato europeo. Molto probabilmente l’unica testata italiana che ha accennato all’argomento, pur con qualche inesattezza, è stata Auto Capital, sempre fonte preziosa di argomenti insoliti, sul numero di Luglio 1985.
BMW Bavaria: perchè?
La declinazione Bavaria nasce per volere dell’importatore statunitense Max Hoffmann a fine anni ’60; è basata sulla nuova berlina top di gamma a sei cilindri denominata E3. Il modello è disponibile solo con motori benzina da 2.5 litri, con allestimento basico, e 2.8 litri, in questo caso arricchito di optional qualificanti ma che incidono negativamente sul peso della vettura, quali vetri elettrici, aria condizionata, interni in pelle e via di questo passo.
L’idea di Hoffmann è quella di proporre una berlina ad alte prestazioni, dotata del più performante motore 2.8, ma più leggera del modello originale, quindi con la stessa dotazione della più spartana 2.5. Vedono così la luce le prime BMW E3 2.8 Bavaria, dal nome tedesco del Land dove ha sede la Casa dell’elica. Nel 1971, sempre seguendo la stessa ricetta, alla 2.8 si aggiungono le 3.0S e SI. Complessivamente vengono costruite dal 1969 al 1977 71.804 BMW E3 Bavaria con specifiche USA, quasi tutte dotate di cambio manuale a quattro rapporti viste le caratteristiche dinamiche del modello, di cui 37.155 2.8 (1969-1975) e 34.660 3.0S/SI (1971-1977).
A distanza di qualche decennio potremmo dire che parte della ragione spetta quindi sia alla fazione dell’allestimento specifico, sia pure esclusivo per il mercato nord americano, sia a quella della declinazione ad alte prestazioni, poiché si tratta di una versone sportiveggiante pur se non elaborata dal punto di vista meccanico. Molti appassionati BMW considerano inoltre le E3 Bavaria una sorta di apripista nei confronti delle successive berline della serie M, nate con la M535i E12 nel 1980.
BMW Bavaria: dall’America all’Europa
La targhetta Bavaria trova poi ovviamente terreno fertile in Baviera, dove piace parecchio e viene adottata da un gran numero di clienti della Casa, tanto da essere affiancata da tutto un sottobosco di scritte aftermarket dedicate ai nomi dei vari Land tedeschi. I turisti bavaresi, si sa, sono poi grandi frequentatori dell’ Italia, grazie anche alla loro vicinanza con alcune zone quali quella del lago di Garda; quindi di lì a poco quella scritta cromata colpisce l’immaginario collettivo del cliente BMW italiano, diffondendosi sulla falsa riga di quanto successo negli stessi anni per quella Rabbit dedicata alla Golf 1, anch’essa d’ origine statunitense.
I produttori di kit per il tuning che vanno per la maggiore in quel periodo nel nostro Paese, quali Bubble Car di Corsico, alimentano poi il mercato dell’autoaccessorio con targhette Bavaria non originali, basti pensare allo spoiler posteriore per la serie 3 E21, all’epoca declinato sia con che senza la fatidica dicitura. La scritta originale è rimasta disponibile come accessorio BMW almeno fino ai primi anni 2000.
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