Mentre si parla molto di auto elettriche, e ben poco su come si produce l’energia elettrica, c’è un silenzio assordante che riguarda il biometano. Un vero e proprio delitto mediatico per un carburante ecologico che non riesce a trovare spazio sui media. Poco “cool”, figlio di un mondo “retrogrado” che usa il motore a scoppio: sono queste le accuse di chi non riesce a guardare oltre al proprio naso. Invece, non ci stancheremo mai di dirlo, il gas naturale è un pilastro della mobilità sostenibile perché la combustione genera valori decisamente inferiori rispetto alla benzina e al gasolio in termini di CO2 e ossido di azoto (NOx) e nulli per quanto riguarda il particolato (PM10).
Il biometano, oltre a essere un carburante green dà un contributo all’agricoltura, alla valorizzazione dei rifiuti organici e a uno sviluppo della filiera in un’ottica di economia circolare e sostenibilità ambientale. La produzione del gas naturale bio può derivare infatti da tre attività differenti: l’agricoltura, utilizzando scarti zootecnici e colture vegetali ottenute da terreni marginali; dagli scarti della filiera alimentare, con la frazione organica del rifiuto solido urbano, un classico esempio di economia circolare.
Il biometano mai come oggi ha un grosso potenziale nel settore della mobilità e dei trasporti sostenibili, agendo come attore nella decarbonizzazione e nello sviluppo dell’economia circolare. Oltre a salvaguardare l’ambiente e a rendere possibile un considerevole risparmio economico.
Sono ormai sfatati alcuni falsi luoghi comuni che ne avevano parzialmente frenato la diffusione come quello sulla pericolosità. Le auto a gas naturale vengono sottoposte agli stessi crash-test di quelle a benzina o a gasolio; il gas naturale si incendia più difficilmente della benzina e in caso di perdite si disperde verso l’alto, visto che è più leggero dell’aria. Questo significa che non ci sono limitazioni di parcheggio nei garage sotterranei, al contrario delle vetture a Gpl, che non possono scendere sotto il piano -1, secondo quanto prescritto dalla legge. Inoltre, esistono oggi sul mercato anche modelli premium, a testimonianza del fatto che gas naturale non significa più solo convenienza e compatibilità ambientale, ma anche performance.
Oltre al CNG (gas naturale compresso) che fa viaggiare le automobili, anche il GNL (gas naturale liquefatto), ideale per i camion, può essere “bio”. Proprio i trasporti pesanti, caratterizzati da lunghe percorrenze e perciò non compatibili con l’elettrificazione, rappresentano il segmento potenzialmente più favorevole a una penetrazione del biometano, che grazie alla realizzazione di piccoli liquefattori potrebbe essere prodotto direttamente in Italia, con il conseguente abbattimento dei costi di logistica e approvvigionamento.
Gli ambiziosi obiettivi di mobilità sostenibile dicono che il gas naturale bio nel 2030 può arrivare a rappresentare in Europa il 40% del metano per autotrazione consumato dall’intera flotta di veicoli tra automobili, camion e autobus.