In un gesto che sembra strappato dalle pagine di un film comico, un automobilista anonimo ha riscritto le regole non scritte dell’etichetta in sosta, trasformando un semplice incidente di parcheggio in un atto che è a metà strada tra l’ammissione di colpa e la dolce consolazione.
Nei vasti parcheggi di un Walmart negli Stati Uniti, dove la selva di carrelli e l’asfalto si incontrano in una danza di frenesia quotidiana, un biglietto lasciato sul parabrezza di un veicolo danneggiato ha suscitato una miscela di sorpresa e incredulità.
Mi dispiace per i danni alla tua auto. Non posso permettermi di ripararla, ma ecco del cioccolato.
Questo il messaggio, accompagnato da una faccina sorridente che forse cercava di stemperare l’amarezza della rivelazione. E qui la trama si tinge di ironia, quasi fosse la sceneggiatura di un film dove il colpevole tenta goffamente di riparare il misfatto con un pizzico di zucchero.
Il video documenta la scena successiva, e quello che avrebbe potuto essere un lieve sfregio si rivela essere una catastrofe automobilistica di proporzioni epiche: specchietto ridotto a un puzzle di vetro e plastica, finestrini sfondati come in una scena di un tentativo di evasione, fiancata accartocciata che grida ai quattro venti la furia di un urto non proprio lieve.
Chissà quanto sarebbe aumentata l’assicurazione, considerando che l’intera parte esterna sinistra dell’auto non era solo “danneggiata” ma completamente devastata, e il tentativo di mitigare il danno con del cioccolato sembra proprio una di quelle commedie all’italiana dove, non importa quanto grande sia il guaio, una risata lo seppellirà. In Italia, patria della commedia umana e dell’imprevisto, ci si domanda se questa scena sarebbe potuta accadere o se sarebbe diventata una leggenda metropolitana tra le tante.
Con un finale aperto a interpretazioni e morali, la vicenda chiude il sipario, lasciando dietro di sé un veicolo malconcio e qualche grammo di cioccolato, piccole briciole di umanità in un mondo dove un gesto, per quanto inusuale, non ripara sempre ciò che è stato rotto.
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