Tesla ancora nell’occhio del ciclone per il peggior ribasso di sempre del valore delle azioni. Non si tratta del valore in sé stesso, va detto, ma di movimenti che iniziano a preoccupare gli investitori. Il nodo è sempre Elon Musk e la questione Twitter, che come abbiamo visto crea così tanti malumori negli azionisti.
La richiesta di un nuovo CEO per Tesla non è più un tabù, anche alla luce della peggiore flessione da quando la casa automobilistica ha debuttato a Wall Street nel 2010.
Le azioni del produttore di auto elettriche sono scese di circa il 62% dal picco del novembre 2021 e hanno perso oltre il 22% a dicembre. Secondo i dati di Compound Capital pubblicati da Yahoo Finance, il recente crollo è ancora più marcato rispetto a quello del 60,6% registrato da Tesla nel mese di febbraio-marzo 2020, che era stato il peggiore di sempre.
Da una parte l’ondata mediatica negativa successiva all’acquisizione di Twitter, con Musk che sembra aver perso la bussola senza riuscire più ad azzeccarne una. Dall’altra questioni industriali più urgenti che arrivano dalla Cina, con la pandemia di COVID-19 ancora in corso che crea incertezze nei tempi di produzione. Ma Musk punta il dito anche sulla Federal Reserve, che a suo dire ha causato il crollo del valore di mercato di Tesla di ben 600 miliardi di dollari solo quest’anno.
Tesla sta funzionando meglio che mai! Non controlliamo la Federal Reserve. Questo è il vero problema.
Tesla is executing better than ever!
We don’t control the Federal Reserve.
That is the real problem here.
— Elon Musk (@elonmusk) December 16, 2022
Musk non controlla la Federal Reserve, fortunatamente aggiungiamo noi, altrimenti probabilmente l’avremmo visto entrare con un lavandino in mano. Detto questo, Musk se la prende con la campagna di rialzo dei tassi della banca centrale statunitense che ha reso il mercato azionario meno attraente per gli investitori. Invece Tesla, tutto bene.
Sarà, ma in prospettiva un altro problema con il quale Musk dovrà sicuramente confrontarsi è la concorrenza nel mercato delle auto elettriche, dove i competitor stanno cercando di recuperare terreno. Tutti i produttori americani si stanno attrezzando, così come gli europei ed i coreani, mentre negli USA sono già arrivati i vietnamiti e prima o poi sarà il turno dei cinesi. Senza contare la nascita di nuovi marchi come Rivian, Lucid e chissà quanti altri.
Uno studio di S&P Global Mobility di novembre rivela che Tesla è ancora dominante, con una quota di mercato del 65% su tutti i veicoli elettrici immatricolati nei primi nove mesi del 2022. Attenzione però, perchè questo numero è in calo rispetto al 79% del 2020. Si comunque tratta di percentuali, che nascondono numeri in crescita in un mercato, quello delle elettriche, che è in crescita.
La battaglia sui pickup sarà decisiva?
E’ possibile che la partita per essere il numero 1 negli USA si giochi tutta sui pick-up elettrici, viste le note preferenze degli americani.
Qui però Tesla Cybertruck non sarà il primo a scendere in campo e dovrà vedersela con chi è già presente sul mercato: Ford F-150 Lightning, Chevrolet Silverado EV, GMC Sierra EV, Rivian R1T ed Hummer EV. Si tratterà di solo una battaglia o di uno scontro finale?
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