In arrivo nuove regole per limitare l’uso degli autovelox sulle strade italiane, con l’obiettivo di prevenire l’utilizzo eccessivo di tali dispositivi per fini di “cassa” piuttosto che per la sicurezza stradale.
Il governo italiano sta per introdurre nuove regole per limitare l’uso degli autovelox sulle strade del Paese, con l’obiettivo di prevenire l’utilizzo eccessivo di tali dispositivi per fini di “cassa” piuttosto che per la sicurezza stradale. Il vicepremier Matteo Salvini ha annunciato che il decreto interministeriale, che stabilisce le nuove linee guida, verrà adottato entro un mese.
Cosa cambia
In base alle nuove norme, gli autovelox non potranno essere installati su strade urbane dove il limite di velocità è inferiore ai 50 chilometri orari. Per le strade extraurbane, il dispositivo può essere utilizzato solo se il limite di velocità non è ridotto di più di 20 km/h rispetto a quello previsto dal Codice della Strada per quel tipo di via. È stato inoltre fissato un criterio di distanza minima tra un autovelox e l’altro, che varia in base al tipo di strada, per evitare una concentrazione eccessiva di questi dispositivi.
Una novità significativa è che la responsabilità della collocazione degli autovelox non sarà più a discrezione dei singoli Comuni, ma verrà stabilita da un provvedimento del Prefetto, in modo da uniformare l’approccio su tutto il territorio nazionale.
Salvini, inoltre, ha criticato l’utilizzo degli autovelox in ampie strade urbane, sottolineando che in alcuni casi questi dispositivi sembrano avere lo scopo di generare entrate piuttosto che migliorare la sicurezza stradale. Ha citato l’esempio di Viale Enrico Fermi a Milano e le uscite autostradali per chi proviene da Como o da Varese, dove i limiti di velocità potrebbero non essere giustificati dalla sola esigenza di sicurezza.
Parallelamente, il Parlamento sta esaminando un pacchetto di revisioni al Codice della Strada, che include norme sull’omologazione e approvazione degli autovelox, un tema che ha generato numerosi ricorsi e annullamenti di multe per eccesso di velocità. Tra le altre misure in discussione, vi è l’introduzione dell’alcolock per prevenire la guida in stato di ebbrezza.
La sicurezza usata per “far cassa”
E’ chiaro che si tratta di un argomento piuttosto spinoso. Da un lato la sicurezza stradale, che non può essere in alcun modo diminuita, anzi. D’altra parte è vera la percezione di questi dispositivi come strumenti utilizzati per “far cassa” più che la prevenzione degli incidenti. Le misure proposte sembrano mirare a rendere più trasparente e uniforme l’impiego degli autovelox, riducendo le possibilità di un loro uso arbitrario da parte delle amministrazioni locali.
La decisione di centralizzare le decisioni sulla collocazione degli autovelox e di stabilire criteri chiari e uniformi per il loro impiego potrebbe contribuire a rafforzare la fiducia dei cittadini nella finalità primaria di questi dispositivi: garantire la sicurezza su strade e autostrade.
Non solo, perché gli stessi enti così integerrimi nei contronti degli automobilisti, pare siano invece più “allegri” sulla destinazione dei fondi ottenuti con le multe. Le normative vigenti in Italia impongono agli enti locali di destinare buona parte delle entrate derivanti dalle multe per violazioni del Codice della Strada al finanziamento di attività e investimenti volti a migliorare la sicurezza e l’efficienza dei controlli stradali. Questa disposizione legislativa si propone di garantire che le risorse ottenute tramite le sanzioni contribuiscano direttamente al potenziamento delle capacità operative dei Corpi e dei servizi di polizia provinciale e municipale. Ciò include l’acquisto di nuovi automezzi, nonché mezzi e attrezzature tecnologiche avanzate per l’accertamento delle violazioni.
Oltre a ciò, la legge prevede che le entrate siano impiegate in una serie di altre iniziative strettamente connesse alla promozione della sicurezza stradale. Tra queste, rientrano la manutenzione e l’ammodernamento delle infrastrutture viarie di competenza dell’ente, quali la sistemazione del manto stradale e l’installazione o la manutenzione di barriere di sicurezza, con un occhio di riguardo alla messa a norma delle stesse.
Un’attenzione particolare è rivolta agli utenti vulnerabili della strada, come bambini, anziani, disabili, pedoni e ciclisti, attraverso la realizzazione di interventi specifici che ne tutelino la sicurezza. Questo può includere la creazione di percorsi pedonali sicuri, l’installazione di segnaletica dedicata, e la realizzazione di zone a traffico limitato o aree pedonali protette.
Inoltre, le risorse possono essere destinate allo svolgimento di corsi didattici nelle scuole di ogni ordine e grado, mirati a promuovere l’educazione stradale e a sensibilizzare i giovani sull’importanza del rispetto delle norme per la sicurezza di tutti gli utenti della strada.
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