Autostrade dello Stato, la nuova società pubblica creata per gestire parte della rete a pedaggio nazionale, ha compiuto un passo decisivo nella sua crescita operativa. Con un’operazione da 342,5 milioni di euro, ha acquisito le partecipazioni detenute da Anas in quattro importanti arterie autostradali.
Il trasferimento coinvolge il 50% di Cav (Concessioni Autostradali Venete), il 35% di Autostrada Asti-Cuneo, il 32,125% della Sitmb (Traforo del Monte Bianco) e il 31,75% della Sitaf (Traforo del Fréjus).
Il passaggio rientra in un processo più ampio di razionalizzazione del patrimonio autostradale pubblico, sancito dalla legge di bilancio 2024 e dal Dpcm istitutivo di Autostrade dello Stato S.p.A. La nuova realtà è interamente partecipata dal Ministero dell’Economia e opera in house per il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
L’obiettivo dichiarato è duplice: semplificare la governance delle tratte a pedaggio non affidate a operatori privati e consolidare le attività in un soggetto unico, più strutturato e autonomo.
Valore e prossimi sviluppi
Il valore dell’operazione è stato fissato in base ai valori contabili delle partecipazioni, come specificato nella nota ufficiale. Questo approccio è coerente con il profilo giuridico di Autostrade dello Stato, che non opera sul mercato in concorrenza, ma ha il compito di gestire, programmare e investire sulla rete in un’ottica di interesse generale.
Con questa acquisizione, si amplia il perimetro operativo di Autostrade dello Stato, che si prepara a diventare un attore centrale nella gestione diretta di tratte fondamentali per la mobilità nazionale e transfrontaliera. In particolare, le quote nei trafori del Monte Bianco e del Fréjus rafforzano il ruolo della società anche nei collegamenti internazionali.
La razionalizzazione delle partecipazioni pubbliche nel settore autostradale si conferma dunque una priorità dell’attuale esecutivo, orientata a una gestione unitaria, efficiente e trasparente delle infrastrutture strategiche.