Extreme E, il campionato automobilistico con i fuoristrada elettrici che anche noi stiamo seguendo, e la Fondazione Enel, Organizzazione No Profit della nota società energetica italiana, hanno dato inizio al loro primo progetto di ricerca scientifica in simbiosi, noto come “Racing for the Planet“, che avrà luogo presso il laboratorio scientifico realizzato a bordo della nave St Helena, il mezzo di trasporto che trasferisce i team da una tappa all’alta, nonché quartier generale dell’organizzazione del campionato.
Extreme E è dall’inizio dell’organizzazione che lavora con Fondazione Enel, partner fondatore della competizione, e dal 2020 le due realtà hanno lanciato il bando di ricerca, invitando ricercatori scientifici internazionali a partecipare per condurre ricerche a bordo della St Helena al fine di migliorare le conoscenze per quanto riguarda le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma anche eventuali strategie di adattamento e mitigazione per gli oceani e il Pianeta.
Racing for the Planet: un team molto giovane
Racing For The Planet è guidato dal 24enne belga Alexander Vanhaelen, che insieme al suo assistente, Adam Pantelis Galatoulas, si incentrerà sullo studio delle alterazioni della vita marina causate dal cambiamento climatico. Proprio per questo, Vanhaelen si unirà al viaggio della St Helena, al momento in Groenlandia in occasione dell’Arctic X Prix di fine agosto, e che a inizio settembre lascerà la gigantesca isola danese alla volta della tappa successiva, che si terrà in Sardegna a fine ottobre.
Sia Adam che Alexander sono due studenti di biologia all’Università dell’Algarve in Portogallo. I due, durante il viaggio finale della St Helena, filtreranno l’acqua di mare in modo da ottenere il DNA rilasciato dagli organismi marini. Analizzando il materiale genetico, proveranno a stabilire in che modo la vita marina è cambiata nelle varie parti dell’oceano, con l’obiettivo finale di dare vita a un inventario globale delle specie di vertebrati, andando ad arricchire gli archivi esistenti.
Diverse sono le ragioni di questi potenziali cambiamenti oggetto di studio, tra cui l’impatto umano e il cambiamento del clima, che sono causa di una perdita di biodiversità e influiscono sulla composizione degli ambienti marini. Siamo in un periodo in cui i tassi di estinzione e, all’opposto, l’arrivo delle specie invasive sono ai massimi storici, motivo per cui questi studi sono utili per capire il comportamento delle comunità marine e ispirare un’efficace gestione biologica ed ecologica della conservazione.
Le scoperte di Alexander e Adam saranno infine pubblicate su una rivista scientifica internazionale, e saranno comunicate a voce in occasione di conferenze scientifiche dedicate alla biodiversità marina. Tutti, comunque, potranno seguire l’andamento della ricerca, grazie a Izabela Rekiel, corrispondente di Extreme E, che condividerà le storie sui profili social @izyofficial.
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