Flotte elettriche: il sogno di ogni ecologista, che vede nell’automobile elettrica la panacea di tutti i mali. Diventa allora interessante lo studio “MOBILITÀ ALLA SPINA 2019: l’auto elettrica e ibrida nelle flotte aziendali“, promosso da Fleet Magazine e presentato ad Assolombarda, il cui PDF è scaricabile qui.
Se l’acquisto per i privati è anche e soprattutto un fatto emozionale, legato spesso alla passione, al prestigio o all’affinità, tutto questo non vale per le flotte aziendali. In questo caso parlano solo i freddi numeri che possiamo restringere in costo d’acquisto, di gestione e valore residuo. Ovviamente i fleet manager possono tenere conto di altri fattori, ma se i primi tre non vanno d’accordo non si va da nessuna parte.
Bene, come siamo messi sul fronte flotte elettriche? Male, esattamente come avviene sul fronte dei privati, come avevamo già scritto nell’articolo sugli italiani che non vogliono le auto elettriche. Anche qui a parole tutti disponibili e aperti all’elettrico, a conti fatti vince sempre il diesel. Non solo, un bel 15% degli intervistati non vuole nemmeno sentir parlare di sperimentazione e solo due su dieci si dicono pronti ad ampliare la flotta di veicoli elettrici nei prossimi 12 mesi, che ovviamente non vuol dire automaticamente lo faranno.
Non stiamo parlando di piccoli dati. Lo studio ha riguardato 100 aziende di diversi settori che hanno un parco auto totale di 85.000 veicoli. Ebbene, il diesel viene scelto per l’87,3%, seguono a distanza siderale le ibride al 5,5%, poi benzina al 4,2% e il metano che se la vede con gli stessi numeri dell’elettrico, ovvero 1,5%.
Le motivazioni del rifiuto all’elettrico, a meno di specifici casi che possono godere di benifici derivanti da operazioni mirate di marketing, sono sempre i soliti: scarsa autonomia, scarsità dei punti di ricarica e tempi lunghi per la ricarica. Problemi che quando saranno risolti, potranno sicuramente superare ogni perplessità per le flotte elettriche, anche dal punto di vista strettamente economico.