Il caro energia comincia a farsi sentire anche sulla ricarica dei veicoli elettrici: nella giornata del 4 ottobre 2022, evway ha annunciato che dal 10 ottobre aumenterà le tariffe pay per use del suo servizio, con incrementi anche considerevoli sia per la ricarica “lenta” in AC, sia per quella veloce.
Evway si allinea agli altri operatori: Tesla ha aumentato la tariffa dei Supercharger a settembre, Enel X Way farà partire i suoi aumenti sabato 8 ottobre 2022 e quasi certamente seguiranno anche le altre aziende del settore.
Le nuove tariffe di ricarica
Dal 10 ottobre, evway applicherà le seguenti tariffe pay per use:
⋅ 0,69 € / kWh per la ricarica in AC fino a 22 kW;
⋅ 0,89 € / kWh per la ricarica DC e HPC fino a 300 kW.
Aumenti considerevoli, soprattutto per la corrente alternata: basti pensare che solamente un anno fa, 0,69 € / kWh era il costo della ricarica in DC mentre quella lenta rimaneva sotto i 0,45 € / kWh.
Aumenti simili riguardano Tesla, che in Italia ha portato i suoi Supercharger a 0,66 € / kWh; e anche Enel X Way. L’operatore romano ha lasciato invariato sia il prezzo AC in Italia, stabile a 0,58 € / kWh secondo le modifiche di marzo 2022, sia i prezzi degli abbonamenti Flat Small e Flat Large, rispettivamente 25 € x 70 kWh al mese, e 45 € x 145 kWh al mese, a questo punto particolarmente convenienti. Cambiano, invece, le tariffe in AC per l’Europa e tutte quelle ad alta potenza:
⋅ 0,70 € / kWh per la ricarica in AC fino a 22 kW in Europa;
⋅ 0,89 € / kWh per la ricarica in DC fino a 150 kW in Italia;
⋅ 0,95 € / kWh per la ricarica in DC fino a 150 kW in Europa;
⋅ 0,99 € / kWh per la ricarica HPC oltre 150 kW in Italia ed Europa.
Ciò significa un aumento considerevole un po’ per tutti coloro che guidano elettrico, ma con differenze sostanziali. Chi guida vetture elettriche “cittadine”, che sono anche le più vendute in Italia come la Fiat 500, la Renault Twingo o la Dacia Spring, ancora troverà convenienza nella ricarica pubblica. La Twingo, per esempio, carica “solo” a 22 kW e grazie alla sua batteria piccola da 22 kWh, il massimo che si può spendere (0-100%) è 12,75 € con Enel X Way e 15,18 € con evway, valori simili alla 500 con batteria da 23,8 kWh. La 500 più capiente, con batteria da 42 kWh, supporta anche la ricarica rapida, e il massimo che può arrivare a spendere con le tariffe Enel X Way per le Hyper Charge, al momento le più care, è 41,58 €, sempre in un ipotetico e rarissimo 0-100%. Sarà interessante, da proprietario, capire la variazione per le mie tasche nel corso dei prossimi mesi.
Diverso il discorso per le elettriche più capienti, dove 40 € può diventare non solo la media, ma il costo di una ricarica non troppo consistente. Per esempio, una Volkswagen ID.3 Pro, con batteria da 82 kWh, può arrivare a un massimo di 81,18 €. Ancora più alta la spesa per una ricarica completa di BMW iX con batteria da 111 kWh, che arriva a 109,89 €. Ribadiamo che questi sono numeri che indicano il massimo ipotizzato, nella realtà, soprattutto nei viaggi autostradali, è assai raro ricaricare dallo 0 assoluto fino al 100%. Considerando però il numero alto di soste di un’elettrica, un viaggio può diventare particolarmente oneroso.
La colpa non è del prodotto
Va da sé che per questi aumenti non bisogna prendersela con le auto elettriche, quanto più con un mercato in continuo cambiamento. Così come non bisognava prendersela con le auto a benzina fino a luglio, quando il prezzo del carburante superava i 2 € al litro; o con le auto a metano, che solo un anno fa erano ancora esempio virtuoso ed economico, oggi un “buco nell’acqua” per molti a causa di tariffe che in alcuni casi e in alcuni periodi hanno superato i 3 € al kg.
Sicuramente dietro a questi aumenti c’è un aumento dei costi dell’energia e del suo trasporto, ma non è da escludere anche una certa speculazione, soprattutto se si considera che molti operatori sulle colonnine vantano una provenienza da fonti rinnovabili che, quindi, teoricamente non dovrebbero risentire delle variazioni al mercato. Ma abbiamo visto che non è detto: paesi come la Svizzera o la Francia, virtuosi nel nucleare e/o nelle rinnovabili, hanno addirittura chiesto ai loro cittadini di non usare le loro vetture.
E la speculazione non va meglio Oltreoceano, dove per la prima volta in alcune aree degli USA la benzina costa più che in Italia. La media nazionale è ancora di 3,8 $ al gallone, pari a 0,82 € al litro: per noi è ancora una tariffa molto conveniente, ma sono numeri che non piacciono agli americani e ridimensionano la gravità dell’aumento degli anni Duemila, quando i 0,70 € al litro causarono la perdita definitiva di popolarità del presidente Bush. Ma in Nevada e Alaska si superano i 5$ al gallone, e in California si arriva addirittura a 6,8 $ al gallone, pari a 1,81 € al litro. Immaginatevi questi prezzi sulle auto che piacciono agli americani: l’auto più venduta in Europa è la Fiat Panda, che a quel prezzo se la cava con circa 50 o 60 € di pieno; negli USA, il più venduto è il Ford F-150, bestione da oltre 2 tonnellate e 250 CV di potenza.
Anche qui, non è chiaro se la California “paghi” l’alto numero di auto elettriche, o se ci possano essere altre motivazioni dietro. In ogni caso, è evidente che ogni periodo ha il suo carburante più favorevole, e che tra il contesto internazionale, e gli speculatori interni, non c’è mai troppa sicurezza di aver fatto “il colpaccio” nella scelta della propria auto.
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