Dal 1° gennaio 2025, l’Unione Europea imporrà limiti più severi alle emissioni di CO₂ per le auto, obbligando i produttori a far sì che almeno un quinto delle vendite totali siano di auto elettriche. Attualmente, però, solo il 13% delle immatricolazioni in Europa riguarda EV, secondo i dati dell’ACEA. La distanza tra l’obiettivo e la realtà è notevole, mettendo l’industria automobilistica europea in una posizione delicata.
Queste nuove regole arrivano in un contesto già difficile, con vendite stagnanti, un’eccessiva capacità produttiva e la crescente competizione cinese. L’inasprimento delle normative ha anche contribuito alle recenti tensioni interne a Stellantis, culminate con le dimissioni improvvise del CEO Carlos Tavares.
Prezzi in aumento per le auto a benzina
Per cercare di spingere le vendite dei veicoli elettrici, alcuni produttori come Volkswagen, Stellantis e Renault hanno aumentato i prezzi delle auto a benzina di alcune centinaia di euro. Stellantis, ad esempio, ha alzato fino a 500 euro i prezzi di Peugeot in Francia, mentre Renault ha incrementato di circa 300 euro il costo della Clio a benzina, mantenendo invariati i prezzi delle versioni ibride.
Questa strategia mira a chiudere il divario di prezzo tra i modelli a combustione interna e quelli elettrici, ma rischia di avere conseguenze pesanti. Un dirigente di un grande gruppo europeo ha sottolineato che ridurre la domanda di auto tradizionali potrebbe comportare una contrazione della produzione, con gravi ripercussioni sull’intera filiera, dai fornitori ai concessionari.
Sconti e incentivi per spingere le auto elettriche
Allo stesso tempo, i costruttori stanno abbassando i prezzi delle auto elettriche per renderle più accessibili e stimolare le vendite. Volkswagen ha ridotto il prezzo della ID.3 in Germania portandolo sotto i 30.000 euro, mentre altre case stanno preparando il lancio di nuovi modelli EV più economici per il 2025.
Secondo i dati di GlobalData riportati da Reuters, le vendite di auto elettriche in Europa, incluse Regno Unito, Norvegia e Svizzera, potrebbero crescere del 41% nel 2025, raggiungendo 3,1 milioni di unità. Tuttavia, gli sconti peseranno sui margini, con perdite significative previste nel Regno Unito, dove l’industria stima costi per 6 miliardi di sterline solo quest’anno.
L’alternativa: il pooling delle emissioni
Oltre agli sconti, alcuni produttori stanno ricorrendo al pooling delle emissioni, acquistando crediti ambientali da aziende con una quota elevata di auto elettriche per abbassare le loro medie di emissioni. Ad esempio, Suzuki ha siglato un accordo con Volvo per il 2025, sfruttando il successo del marchio svedese nel segmento EV per evitare sanzioni.
Secondo le stime, solo Tesla, Volvo e Saic sono attualmente in grado di rispettare il target europeo di 93,6 gCO₂/km.
Al momento l’UE ha mostrato poca flessibilità, mantenendo il quadro normativo invariato. La situazione resta appesa ad un filo: il settore automobilistico dovrà affrontare un delicato equilibrio tra conformità alle regole, redditività e transizione verso un futuro più sostenibile.