Gli anti autovelox illegali possono davvero essere in in vendita su Amazon e magari acquistati in buona fede? Ma soprattutto, quali sono? Per comprendere bene il fenomeno, è necessario conoscere come il funzionamento di un sistema anti autovelox.
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Perché si chiama Autovelox?
Autovelox è un termine entrato nel gergo comune in Italia, intendendo generalmente un rilevatore di velocità rispetto a qualsiasi tipo di dispositivo ottici, laser o video. Autovelox in realtà è un marchio registrato dell’azienda Sodi Scientifica, nome commerciale dei rilevatori e misuratori di velocità su strada dei veicoli. Un termine tipicamente italiano quindi, mentre se lo cercate in Francia troverete “info radar“, in Spagna più genericamente “radar“, in Germania “blizer” e in inglese possono essere utilizzati termini quali “speed camera” oppure “speed trap“, più utilizzato negli Usa.
Tornando all’Italia, l’utilizzo degli autovelox è, o dovrebbe essere, ispirato a criteri di sicurezza piuttosto che di repressione. Qui, segnaliamo tutti gli autovelox e tutor sulle autostrade. Per questo motivo tutte le postazioni di controllo per il rilevamento della velocità devono essere preventivamente segnalate e ben visibili. L’obbligo della segnalazione è valido non solo per le postazioni di controllo fisse, quindi anche in caso di contestazione immediata. Restano esclusi dall’obbligo di segnalazione soltanto i dispositivi installati a bordo dei veicoli di servizio, usati per misurare dinamicamente la velocità.
Ci sono casi nei quali le multe sono nulle e possono essere contestate. Detto questo, in tutto il mondo gli automobilisti hanno cercato fin da subito dispositivi anti autovelox, per evitare multe e sanzioni.
Il consiglio in ogni caso è sempre lo stesso: seguite le indicazioni del Codice della Strada!
Anti Autovelox legali
Al momento in Italia esistono solo due dispositivi anti autovelox legali, validi anche per telelaser e tutor. Il primo, se vogliamo banale, è il cosiddetto cruise control, ovvero il sistema con il quale il guidatore può limitare la velocità massima del veicolo al di sotto di quella consentita. Impostando ad esempio la velocità di crociera in autostrada su 130 km/h, ci si terrà al riparo da infrazioni e multe.
Il secondo metodo legale anti autovelox è l’utilizzo degli elenchi pubblicati dalle forze dell’ordine. La stessa Polizia di Stato rilascia settimanalmente l’elenco degli autovelox fissi e delle possibili postazioni mobili. Su Quotidiano Motori abbiamo pubblicato l’elenco degli autovelox a Milano e l’elenco completo degli autovelox a Roma. Negli smartphones che usiamo come navigatori ci sono diverse app come Waze che segnalano la presenza di controlli della velocità. Ci sono anche dispositivi specifici, come TOMTOM o Cheetah.
Attenzione però che qui si entra in un paradosso perché allo stesso tempo il codice della strada stabilisce l’illegittimità dei sistemi GPS che segnalano puntualmente l’autovelox. C’è il rischio di una multa da 802 fino a 3.212 euro ed il sequestro del dispositivo, sanzioni che si aggiungerebbero alla contravvenzione per eccesso di velocità. Sarebbero leciti a questo punto solo i navigatori satellitari che indicano le strade ove “potenzialmente” possono essere presenti postazioni autovelox fissi e mobili.
Anti Autovelox illegali
I dispositivi di rilevamento (AVX) sono anti autovelox illegali in grado di rilevare la presenza di un autovelox tramite le frequenze d’onda utilizzate dai vari modelli radar o laser. L’avviso può essere sonoro e/o acustico. In Italia questi dispositivi sono espressamente vietati dalla legge: si tratta quindi di anti autovelox illegali come da Art. 45, comma 9-bis C.d.S.
È vietata la produzione, la commercializzazione e l’uso di dispositivi che, direttamente o indirettamente, segnalano la presenza e consentono la localizzazione delle apposite apparecchiature di rilevamento di cui all’articolo 142, comma 6, utilizzate dagli organi di polizia stradale per il controllo delle violazioni
Chiunque produce, commercializza o utilizza i dispositivi di cui al comma 9-bis è soggetto, ove il fatto non costituisca reato, alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 827 a euro 3.312. Alla violazione consegue la sanzione amministrativa accessoria della confisca della cosa oggetto della violazione secondo le norme del Capo I, Sezione II, del Titolo VI.
I dispositivi anti autovelox illegali più sofisticati sono in grado di disturbare il segnale che l’apparecchio emette durante il rilevamento. Quando rilevata la presenza di un telelaser, viene emesso un contro-impulso, ingannandolo e gli facendogli restituire una lettura falsata. In Italia questi dispositivi sono espressamente vietati dalla legge, quindi considerati anti autovelox illegali, mentre sono liberamente in commercio in alcuni stati USA.
Coprendo la targa con elastici, nastro adesivo, cellophane o spray, oltre a essere inutile, fa incorrere nell'”occultamento della targa“. L’atto di occultare la targa di un’automobile configura reato, come ricordato dalla Corte di Cassazione sesta sezione penale con la sentenza n. 9013/2018. E’ sufficiente l’occultamento anche di una sola lettera della targa di un autoveicolo per configurare illecito penalmente rilevante ai sensi dell’art. 490 c.p. La soppressione, la distruzione o l’occultamento di targhe di autoveicoli configura inoltre illecito penalmente rilevante ai sensi dell’art. 490 c.p. soppressione, distruzione e occultamento di atti veri.
Le leggende metropolitane
Sugli anti autovelox circolano diverse leggende metropolitane: montare un cd sul lunotto posteriore o catarifrangenti di varia natura non serve: gli autovelox di ultima generazione non vengono “accecati”. Stesso discorso per il tentativo di coprire la targa con lacca per capelli, o addirittura usare il cellophane: non serve a nulla e anzi può portare alla contestazione di aver “occultato la targa”, come già accennato.
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