Alfa Romeo Alfetta Rendering: ebbene si, parlare di un’erede dell’Alfa Romeo Giulia è ancora prematuro, soprattutto per un’azienda come quella del biscione: se l’attuale generazione è stata lanciata sul mercato nel 2016, l’ultimo restyling ha visto un aggiornamento soprattutto per quel che riguarda il comparto multimediale e infotainment.
Inoltre, la presentazione della Giulia GTA e GTAm lascia intendere che questa ammiraglia di Alfa Romeo sia ancora nel pieno della sua carriera e del suo ciclo vitale. Ma dato che il biscione più di tutti ci sa fare con l’effetto nostalgia, con Giulia e Giulietta sono dei richiami a dei modelli di successo nel passato della casa del biscione, forse Alfa Romeo Alfetta Rendering è il nome che ci si aspetta per il prossimo modello di Alfa Romeo. E questo, anche senza aspettare un’erede della Giulia!
Alfa Romeo Alfetta Rendering: rompere con il passato
L’originale Alfa Romeo Alfetta fu prodotta dal 1972 al 1984 e fu progettata per rompere con la tradizione di Alfa: infatti, sin dalla sua presentazione a Trieste il 17 Maggio del 1972, fu considerata una delle automobili più innovative prodotte nel dopoguerra dal biscione. La linea, squadrata, tesa, ma priva di nervature e altri fronzoli, si riallacciava allo stile Alfa solo nel frontale, dove non mancavano i classici fari tondi e sdoppiati e lo scudetto centrale.
L’Alfetta fu disegnata dal Centro Stile Alfa, sotto la guida di Giuseppe Scarnati e con un piccolo contributo di Giorgetto Giugiaro, che invece si concentrò maggiormente sulla splendida Alfetta GT, uscita due anni dopo. L’Alfetta nacque come modello a metà strada tra l’Alfa 1750 (poi 2000, quando ne fu aggiornato il motore nel 1971) e la Giulia, entrambe aggiornate di recente e godenti ancora di un buon successo. Ma ad Arese sapevano che il peso degli anni si sarebbe fatto presto sentire a livello stilistico, e usarono l’Alfetta proprio per sostituire la prima delle due vetture che avrebbe ceduto nel mercato, ovvero l’Alfa 1750.
L’Alfetta, come detto, aveva una linea molto più rigida delle antenate, lasciando il classico stile Alfa solo per il frontale, per i paraurti a lama, per le barre cromate sulla calandra e le maniglie delle portiere. Un’anteriore basso, raccolto e slanciato che si contrapponeva a un posteriore nuovo e insolito, vista la coda alta molto vantaggiosa sia in senso aerodinamico sia per quanto riguarda la capacità di bagagliaio, che divenne il più capiente della sua categoria. Meno di rottura erano invece gli interni, contraddistinti da una plancia con inserti in legno, un quadro strumento completo e ricco, e il logo Alfetta in corsivo, nel tipico stile Alfa.
L’Alfetta aveva un motore bialbero che derivava da quello della 1750, e permetteva una potenza di 122CV: l’auto era in grado di raggiungere addirittura i 184 km/h (non da poco per l’epoca) e di andare da 0 a 100 in circa 10 secondi, fattore che la poneva in cima alle vetture della sua categoria. Il suo vero difetto fu il cambio, inadatto per il tipo di automobile e contraddistinto da una manovrabilità difettosa, lenta, imprecisa, soprattutto quando si doveva scalare arrivando alle prime due marce.
Comunque, in totale l’Alfetta fu venduta in 475.719 esemplari, divenendo uno dei modelli più venduti e di successo della casa del biscione.
Alfa Romeo Alfetta Rendering: caratteristiche da ammiraglia
L’Alfa Romeo Alfetta Rendering, oltre a poter essere una papabile erede della Giulia, potrebbe ancora di più venire proposta come ammiraglia di Alfa Romeo: se la Giulia si posiziona nello stesso segmento di berline come l’Audi A4, la Volvo V60 o la BMW Serie 3, l’Alfetta di nuova generazione potrebbe essere per la casa del biscione un’occasione per competere nel segmento immediatamente superiore, confrontandosi con Audi A6 e BMW Serie 5. I piani di FCA sono piuttosto nebulosi, e lasciano intendere che nulla arriverà se non dopo il 2022 (a parte la Tonale, che potrebbe essere pronta già dopo la metà del 2021). E certo, c’è anche da considerare che le berlinone in molte zone del mondo non sono più apprezzate, o in altri mercati come il nostro sono preferite nella loro variante Station Wagon: fattori che significano un rischio grande per un marchio come Alfa Romeo, che ancora si deve riprendere da un periodo di crisi che la portò ad aver in listino solo berline compatte o sportive coupè (rispettivamente MiTo, Giulietta, 4C e 8C).
Comunque, lasciando perdere le varie speculazioni, c’è chi ha provato a rappresentare un’Alfetta di nuova generazione, tenendo conto dell’attuale stile della casa di Arese. Ronna Design ha presentato la sua Alfa Romeo Alfetta Rendering con linee molto accattivanti e credibili, in linea con il design delle Alfa attualmente in commercio, soprattutto la Giulia. In generale, l’auto vede un design particolarmente tondeggiante, morbido e armonioso, che se fosse commercializzato risulterebbe sicuramente originale e in controtendenza con una moda che invece privilegia linee tese e squadrate.
L’anteriore è molto pulito, con fari sottili che si allargano alle estremità (in maniera simile a Giulia e Stelvio) mentre internamente si “fondono” con la sottilissima griglia che poi si unisce allo scudetto. Il cofano presenta delle sottili nervature, che però lasciano in generale una linea molto pulita e minimalista. È nel profilo che si notano di più le forme tondeggianti di questa Alfa Romeo Alfetta Rendering: la linea dei finestrini è morbida e armoniosa, e segue quella del tetto, mentre anche le due piccole nervature della fiancata appaiono poco aggressive e molto delicate.
La parte posteriore è abbastanza panciuta e il gruppo ottico si ispira a quello delle ultime Maserati. Questo è sicuramente un complimento, vista la linea di successo della casa del tridente, ma forse poco in linea con lo stile Alfa che, proprio in contrasto con le linee sempre classiche di Maserati, ha sempre proposto uno stile più grintoso e sportivo. Comunque, come tutta l’auto, questa Alfetta anche nel posteriore è molto bilanciata, armoniosa e morbida. Bella, inoltre, la scelta di sostituire il classico logo della casa con la scritta Alfa Romeo in corsivo. Così come sicuramente spiccano i due grossi tubi di scarico.
In conclusione, non so quante probabilità ci siano di vedere una vera ammiraglia Alfa Romeo: se già le berline di segmento D (quello della Giulia) hanno perso molto terreno, è ancor più difficile ottenere alti numeri di vendita nei segmenti superiori, nei quali Alfa manca da molto tempo e troverebbe sicuramente molte difficoltà ad imporsi. Ma se un’Alfa Romeo Alfetta davvero ci sarà, c’è solo da esser contenti!