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Disastro airbag difettosi: possibili richiami per 51 milioni di auto

Il caso degli airbag difettosi incomincia ad assumere proporzioni apocalittiche. Negli Stati Uniti la National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA), che ha dichiarato che i dispositivi di gonfiaggio degli airbag da considerarsi difettosi sono ben 51 milioni. Una decisione che […]

Il caso degli airbag difettosi incomincia ad assumere proporzioni apocalittiche. Negli Stati Uniti la National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA), che ha dichiarato che i dispositivi di gonfiaggio degli airbag da considerarsi difettosi sono ben 51 milioni. Una decisione che potrebbe portare a uno dei richiami più vasti nella storia dell’industria automobilistica, equiparabile solo al noto caso dei dispositivi difettosi prodotti dalla ormai defunta Takata Corporation.

Il richiamo dei degli airbag prodotti da Takata, è stato il più grande nella storia degli Stati Uniti. Sebbene il problema con i dispositivi ARC sembri non essere correlato a quello di Takata, la prospettiva di richiamare decine di milioni di automobili rappresenterebbe ovviamente un buco finanziario enorme per l’industria automobilistica.

Ma come stanno le cose in questo momento? Il 1° agosto, la NHTSA ha emesso una “decisione iniziale supplementare” che considera difettosi i dispositivi prodotti da ARC Automotive Inc., con sede a Knoxville, Tennessee, e dall’ex Delphi Automotive Systems LLC.

I dispositivi difettosi sono stati utilizzati anche da General Motors, Stellantis, Volkswagen e Hyundai. Da notare che General Motors a maggio ha richiamato quasi un milione di veicoli prodotti tra il 2014 e il 2017 equipaggiati con dispositivi prodotti da ARC. Secondo la NHTSA, dal 2009 fino a marzo dello scorso anno sono stati almeno nove casi di rottura dei dispositivi di gonfiaggio degli airbag hanno causato incidenti con feriti, con due decessi.

A complicare la situazione la complessità societaria delle aziende coinvolte. Delphi Automotive non esiste più come entità indipendente ed ha venduto il suo settore di airbag agli svedesi di Autoliv nel 2009. Una situazione non facile da dipanare, con la tentazione di ognuno dei protagonisti in questione di lavarsene le mani.

A questo punto è tutto da verificare se gli stessi dispositivi sono stati utilizzati anche in Europa, cosa non scontata.

Fonte: Autoblog.com

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