La transizione ecologica nel settore automobilistico pone una serie di problematiche per tutti i Paesi dell’Unione Europea, in particolare per quanto riguarda le accise sui carburanti. Il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha evidenziato la necessità di adeguare la base imponibile per rispondere al calo di gettito.
Lo si diceva come ipotesi non troppo lontana, ed ecco che la politica inizia a parlarne in maniera seria. La transizione ecologica nel settore automobilistico, con il passaggio dalle vetture con motore a scoppio a quelle elettriche, pone una serie di problematiche per tutti i Paesi dell’Unione Europea. In particolare, la questione tasse ed accise sui carburanti è sul piatto di ogni ministro delle finanze.
Nel 2022 in Italia le accise sui carburanti hanno generato per l’erario un introito di circa 31 miliardi di euro, rappresentando una importantissima fonte di entrate. Guardando al futuro, soprattutto dopo il 2035, la progressiva riduzione dei veicoli a benzina e diesel implicherà una costante diminuzione di questa importante voce di bilancio.
Il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha evidenziato la necessità di adeguare la base imponibile per rispondere a questa evoluzione. Durante un intervento all’Automotive Dealer Day, ha sottolineato l’importanza di anticipare le conseguenze fiscali legate all’elettrificazione dei mezzi di trasporto. La riflessione del Governo si concentra su come riformulare le accise e le imposte applicate, considerando anche l’aggiornamento della normativa europea sulla tassazione dei prodotti energetici.
Il ministro ha criticato le politiche europee nel settore automobilistico, che come abbiamo scritto in tempi non sospetti, sono prive di un supporto efficace e di una strategia organica. Ha espresso preoccupazione per il fatto che i target di elettrificazione fissati per il 2035 non stiano influenzando in maniera significativa né la domanda né l’offerta di veicoli elettrici, suggerendo una mancanza di coordinamento e di visione a lungo termine.
La questione delle entrate fiscali legate ai carburanti è dunque solo una parte di un problema più ampio, che include la necessità di un rinnovamento infrastrutturale ed una visione più realistica da parte di Bruxelles. L’Italia, insieme all’Europa, deve trovare un equilibrio tra ambizioni ecologiche e realtà economiche, per garantire una transizione che sia sostenibile sia ambientalmente sia finanziariamente.
Allo stesso tempo, la transizione verso l’auto elettrica offre anche l’opportunità di rafforzare il tessuto industriale nazionale mediante la promozione di tecnologie innovative e la produzione locale di componenti chiave come batterie e sistemi di propulsione avanzati. Un’occasione da non perdere per evitare il definitivo declino dell’industria automobilistica italiana, con evidenti benefici anche per il fisco.
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