Il caso dell’autovelox di Chieri, situato in strada Fontaneto, ha suscitato grande attenzione dopo che il giudice di pace ha annullato quattro verbali datati 19, 22, 28 e 29 marzo 2024.
Questo dispositivo, attivo da febbraio, ha documentato quasi 10.000 infrazioni in circa due mesi, ma è stato contestato perché non omologato come richiesto dal Codice della Strada all’articolo 142. Secondo la normativa, solo le apparecchiature debitamente omologate possono essere utilizzate come prova per determinare l’osservanza dei limiti di velocità. Di conseguenza, il Comune di Chieri è stato costretto non solo ad annullare le multe, ma anche a rimborsare le spese processuali agli automobilisti coinvolti.
In particolare, un automobilista aveva ricevuto ben 52 verbali per eccesso di velocità, tutti rilevati dallo stesso autovelox. Assistito da Globoconsumatori, l’uomo ha presentato ricorso al Giudice di pace di Torino e, il 4 luglio 2024, ha ottenuto l’annullamento delle prime quattro multe. Il Comune di Chieri è stato condannato a rimborsare tutte le spese legali sostenute dall’automobilista. Un caso che ha messo in luce le criticità del dispositivo, già sollevate in un’ordinanza della Cassazione lo scorso aprile.
Nonostante l’annullamento delle prime quattro multe, l’automobilista ha ancora 48 verbali da contestare, per un totale di circa 18.000 euro. Le udienze per questi ricorsi sono state scadenzate nel tempo, con l’ultima prevista per gennaio 2026.
La sentenza ha creato un precedente che potrebbe influenzare centinaia di ricorsi simili ancora in attesa di giudizio. Molti altri automobilisti multati potrebbero ora intraprendere azioni legali per contestare le sanzioni. Nel frattempo, il Municipio sta valutando se fare appello contro la sentenza.