Una truffa decisamente elaborata che ha visto come protagonista un cittadino spagnolo amministratore di una filiale trentina di un gruppo societario spagnolo di autonoleggio, con numerose sedi operative all’estero (Spagna, Francia, Belgio, Portogallo, Romania, Polonia e Messico). Le indagini della Guarda di Finanza di Trento, coordinate dal P.M. della Procura della Repubblica di Trento, sono nate dalle querele presentate da tre società finanziarie e di leasing, fra le quali una società controllata da un primario gruppo automobilistico mondiale.
Le investigazioni delle Fiamme Gialle hanno permesso di appurare che questa società ha noleggiato tra il 2017 e il 2018 più di 1.000 auto senza corrispondere i relativi canoni per il noleggio. Successivamente le auto, sopratutto berline e suv, venivano vendute illecitamente, anche all’estero, a clienti privati inconsapevoli della frode, omettendo ovviamente di dichiarare all’Erario i relativi redditi conseguiti.
Al fine di individuare le automobili vendute, le attività di indagine sono state condotte con procedure di cooperazione internazionale, con le Forze di Polizia tedesche, francesi, belghe e greche, che ha permesso di rintracciare e porre sotto sequestro 800 automobili del valore di mercato di oltre 14 milioni di euro, già riconsegnate alle società frodate.
E’ stato denunciato l’amministratore della filiale trentina, attualmente ricercato in quanto destinatario di un Mandato di Arresto Europeo, è risultato essere a capo anche dell’intero gruppo societario spagnolo di autonoleggio, un maiorchino di 44 anni, per concorso in appropriazione indebita aggravata insieme a nove dirigenti (sei spagnoli e tre italiani) dello stesso gruppo. Sono stati denunciati per favoreggiamento anche una cittadina italiana che si era intestata fittiziamente la proprietà di alcuni autoveicoli, e per riciclaggio tre italiani titolari di alcuni autosaloni in Bulgaria, ad Anzio (RM) e Gallarate (VA), per aver consapevolmente rivenduto a privati automobili di provenienza illecita.
Le correlate indagini fiscali hanno permesso di qualificare la società come “evasore totale”, avendo la stessa omesso di presentare per i periodi d’imposta 2017 e 2018, le prescritte dichiarazioni dei redditi ai fini IRES, IRAP e IVA, e di recuperare a tassazione quasi 30 milioni di euro di imposte evase.
L’operazione della Guardia di Finanza è stata intesa a salvaguardare gli interessi economico-finanziari non solo pubblici, ma anche della sana imprenditoria e di tutti i privati cittadini, perseguendo lo scopo di intercettare i flussi finanziari generati da comportamenti illeciti suscettibili di inquinare il tessuto economico legale e di falsare le condizioni di libera concorrenza sul mercato.